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La sede dell'Archivio di Stato nella sede dei Frari

 

L'ARCHIVIO GENERALE VENETO, poi ARCHIVIO DI STATO

L'Archivio di Stato venne istituito nel 1815 con il nome di Archivio generale veneto nella sede dei Frari, ex convento francescano dei Minori conventuali, divenuto proprietà del demanio a seguito delle soppressioni napoleoniche nel 1810. Dal 1875 gli spazi si ampliarono grazie all'aggiunta del convento adiacente di S. Nicolò della lattuga (S. Nicoletto), estensione che giustifica il toponimo attuale di "calle drio l'archivio" a ovest dell'intero complesso.

Nel corso del tempo si sono succeduti restauri, adeguamenti, cambiamenti di destinazione d'uso che hanno modificato a più riprese la fisionomia di intere aree, fino ad ora mantenuta nelle strutture centrali dei depositi, gli imponenti corridoi che circondano i chiostri.

L'eccezionale acqua alta del 1966 aveva invaso quasi completamente, per la prima volta, il pianterreno dei Frari e di S. Nicoletto, e lambito il materiale posto sul ripiano inferiore degli scaffali; di lì a poco, anche per evitare in un futuro analoghe conseguenze, prese corpo una nuova riorganizzazione degli spazi dell'edificio. Fu ristrutturato il convento di S. Nicoletto, reso più razionale e capiente. Si avvertiva in particolare l'esigenza di una sala di studio più ampia: a questo scopo veniva destinato il grande refettorio conventuale d'estate, aperto sul chiostro della Trinità e adibito a conservare gli archivi finanziari ottocenteschi. Un ardito restauro, compiuto negli anni Ottanta dalla soprintendenza per i beni ambientali e architettonici, riportava alle originarie linee architettoniche quattrocentesche quest'area, che era stata completamente alterata all'inizio del secolo per rafforzarne la statica. Nell'agosto 1989 il refettorio divenne la nuova sala di studio.

Gli ambienti adiacenti, allora del tutto degradati e in quegli stessi anni sottoposti a un restauro diretto dal magistrato delle acque, sono attualmente adibiti all'entrata, all'antisala e alla scuola di Archivistica.
È in corso un imponente intervento volto ad adeguare gli spazi nei depositi, che comporta lo spostamento di interi fondi e serie da un'ala all'altra dell'edificio.

IL CONVENTO DEI FRARI

Il primo insediamento dei frati francescani prese l'avvio dalla donazione del doge Iacopo Tiepolo nel 1236, del terreno paludoso denominato lago Badoer (lacus Badovarius o Badovariorum), dal nome della famiglia proprietaria allora di un palazzo a San Pantalon e di vasti terreni intorno. La comunità, cresciuta di numero nel giro di pochi anni, poteva estendersi nello spazio grazie anche a cospicue donazioni: continui lavori di interrimento, prosciugamento e bonifica conquistavano la terra su cui costruire. La prima pietra fu posata solennemente il 28 aprile del 1250 e la chiesa fu dedicata a Santa Maria gloriosa.

Era una comunità che continuava a crescere e gli spazi risultarono presto troppo limitati: si susseguirono costruzioni ed ampliamenti, fino a raggiungere, alla fine del XV secolo, le forme degli edifici attuali.

Il convento dei Frari, chiamato nelle fonti domus magna, o ca' granda dei Frari per l'imponenza della sua mole, si snoda intorno al grande chiostro detto esterno (perché aperto al pubblico accesso) o dei morti (perché adibito alle sepolture) o infine della Santissima Trinità e al più piccolo chiostro detto interno o di Sant'Antonio.

IL CHIOSTRO DELLA TRINITÀ

Il chiostro della Trinità è uno dei due chiostri monumentali intorno a cui si dispone il vasto complesso architettonico dell’ex convento francescano di S. Maria dei Frari, uno degli edifici più cospicui della città di Venezia. La fabbrica, di origine duecentesca, più volte ricostruita e ampliata, fu avocata al Demanio nel 1810 a seguito delle soppressioni napoleoniche degli ordini religiosi e nel 1817 fu assegnata dal governo austriaco quale sede all’Archivio generale Veneto – oggi Archivio di Stato di Venezia – istituito nel 1815.


Il convento e il chiostro della Trinità

 

 

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